venerdì 12 giugno 2015

La guerra del 13, di Massimo Mazzoni - Recensione

massimo mazzoniSalve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Nel suo romanzo breve La guerra del 13 Massimo Mazzoni ci racconta la storia della rivalità tra due gang giovanili, nella periferia degradata di una non meglio specificata città latino americana. Il giovane Laz, che aspira a entrare a far parte dei potenti Logos, viene coinvolto nello scontro tra questi e i Tredici, una gang molto più piccola ma che sembra essere in possesso di qualcosa che gli altri non hanno, qualcosa di soprannaturale.

Massimo scrive bene, e ci descrive con maestria e con nessuna parola in più di quelle che servono la vicenda del giovane Laz, combattuto tra il desiderio di entrare in una banda così forte, che nella sua società è considerato il massimo del prestigio, e gli affetti della vita normale, la madre e la fidanzata, che la considera una stupidaggine.

Ci descrive anche la violenza e la sopraffazione di queste gang, simboleggiate dal cattivissimo capo dei Logos, Tevez, violento, drogato e psicopatico, e forse proprio per questo scelto come leader.

C'è molta azione, sangue e sparatorie, curiosamente viene lasciata un po' in secondo piano la principale caratteristica del racconto, la parte soprannaturale della vicenda, il mistero in mano ai Tredici. La parte relativa ai Tredici viene sviluppata troppo poco, lasciando davvero troppi interrogativi aperti

Il racconto è bello, ma la sensazione è che con questo materiale la storia si sarebbe potuta sviluppare molto di più, sviluppando maggiormente le parti relative all'utilizzo dei poteri da parte dei Tredici e la loro origine. Che sia previsto un seguito?
Oppure, sarebbe stato meglio anche l'opposto: tagliare tutte le parti con dal punto di vista dei 13 e disumanizzarli di conseguenza, mantenendo uno stretto POV sui Lobos, avrebbe permesso di far combattere la gang contro un nemico soprannaturale e misterioso, e in questo caso la mancanza di spiegazioni di sorta sarebbe stata non solo accettabile, ma addirittura un pregio.

Speriamo in un seguito. Nel frattempo, non abbiate paura di farvi un giro in questa squallida periferia dove a valere è solo la legge del più forte.



Il Moro.

2 commenti:

  1. Grazie per la recensione! In effetti è previsto un seguito, che ho già delineato in una scaletta con scene e capitoli, ma che non ho ancora iniziato, a causa della trilogia di Sarranieri Schiantadiavoli. Ho preferito mantenere ambigua la questione sovrannaturale per larga parte del libro, riservandomi di mostrarne di più nel secondo episodio. Potrei definire la Guerra del 13 com un urban-low-fantasy e questa è la direzione che ho scelto.
    Uniche note: i "cattivi" della storia si chiamana LOBOS (lupi, in spagnolo) e non LOGOS ;) L'ambientazione invece è italica o nord-italica, dove le gang di minorenni ispanici sono la realtà ;)

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    Risposte
    1. Logos è un refuso, più sotto l'ho scritto giusto... :-)
      In effetti all'inizio non capivo bene dove fosse ambientato; solo ultimamente ho scoperto dell'esistenza di queste gang dalla cronaca reccente...

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