venerdì 31 gennaio 2014

The warrior's Way - recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

il film che recensiamo oggi è The warrior's way, coprodotto da Stati Uniti e Corea del Sud nel 2010.

La trama: uno spadaccino asiatico di eccezionale abilità decide di trasferirsi in America per sottrarsi alla sanguinosa faida in cui è coinvolto, trovando rifugio in un paese del Texas abitato da un gruppo di circensi.
Ma la via del guerriero è dura e impietosa. Per quanto ci si possa provare, non ci si può sottrarre alla lotta.

The warrior's way è un film un po' particolare, che cerca di unire il genere wuxiaipian (per chi non lo sapesse, quei film, di solito cinesi o coreani, con combattimenti all'arma bianca coreografati come balletti con i combattenti che svolazzano in giro per lo schermo). Non è forse proprio una novità (Sukiyaki Western Django è uscito tre anni prima) ma è comunque un esperimento potenzialmente interessante.


Proprio come il già citato film di Miike, anche The warrior's way si avvale di fondali computerizzati caratterizzati da colori saturi che creano un'ambientazione surreale e chiaramente "finta".
La trama non è tutto 'sto granché, una variazione sul tema del cavaliere solitario in cerca di riposo e, perché no, di redenzione. C'è una storia d'amore non invasiva, c'è un accennato rapporto allievo-maestro, ci sono numerosi omaggi ai film di Sergio Leone, dalle musiche al tema della vendetta contro un "cattivo" che te l'ha combinata grossa quando eri bambino. E poi ci sono tonnellate di ninja vestiti di nero che dovrebbero essere guerrieri invincibili ma di fronte al nostro eroe vanno giù come birilli.
Sì, le comparse sembrano non finire mai. Sia i ninja tutti uguali che i banditi texani (che hanno un look vagamente post-apocalittico, con i fazzoletti in faccia e gli occhialoni da aviatore - credo che ce ne fosse anche uno con una specie di maschera antigas) muoiono a pacchi eppure continua a saltarne fuori.

Piovono ninja! E io che avevo appena fatto la messa in piega!

The warrior's way punta molto sugli effetti visivi sia nei combattimenti che nelle scenografie. Abbiamo sicuramente visto di peggio, ma anche di meglio. Forse avrebbe potuto essere migliore se il regista e sceneggiatore Sngmoo Lee (l'unico uomo che ha deciso di mettere nel suo nome prima tutte le consonanti e poi tutte le vocali, per ricordarsi meglio il codice fiscale), che è alla sua opera prima, fosse riuscito a gestire meglio l'ironia, che pure c'è (vedi i circensi che combattono con i costumi di scena) ma è poca e utilizzata con scarsa perizia.

Magari non sembra, ma è la donzella in pericolo.

Non è comunque una brutta visione. Se vi intriga vedere scontri tra ninja e bandidos dategli un'occhiata. Altrimenti, vivrete lo stesso anche senza vederlo. C'è anche doppiato in italiano, uscito direttamente per l'home video.
Nel cast figura anche Geoffrey Rush, che i più ricorderanno per il ruolo di Barbossa nella saga dei Pirati dei Caraibi.

Per buona misura vi aggiungo anche il trailer:


Il Moro


3 commenti:

  1. Mi hai convinto a darci un'occhiata e recuperarlo.
    In fondo adoro questo genere... come dire.... un pochino surreale :) (per non dire altro ehheeh)

    RispondiElimina
  2. Mi hai convinto a darci un'occhiata e recuperarlo.
    In fondo adoro questo genere... come dire.... un pochino surreale :) (per non dire altro ehheeh)

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